Caro Mario
di Felice Sghimbescio
Caro Mario, mi scuserai se ti incomodo dalla tua comodità un po’ scomoda e certamente indaffarata. Sono Felice che ti scrive, consegnandoti a quattro zampe questa mia accartocciata letterina, strisciando fin sotto la tua presidenziale poltrona. No, Mario, non ti inquietare… è che onestamente non so come rivolgermi alla tua persona! A quanto scrivono le giornali e sblaterano le televisioni, sei il più grande Santo, Navigatore ed Eroe delle genti italiche, il più meglio Contabile dai tempi di Romolo, il meglio Ragioniere del Belpaese, il più onorevole Perito Tecnico di pìccioli, nonché l’Arbitro più saggio della storia del calcio. Quando ti guardo nel tuo silenzio di cristallo mi appari più sconvolgente d’una statua di Padre Pio sotto al neon o d’un Garibaldi di bronzo. Sento dire che sei il Drago che vola sulle fila dell’alta tensione monetaria, quello che incenerisce con mezza parola o con bazukate di euri gli gnomi malvagi della speculazione.
Vedi, caro Mario, non so se tutto quello che si dice di te sia vero, ma io dal mio pertugio ti immagino volare sulle ciele italiche come il drago peloso della “Storia infinita”. Ma certo, lo so, tu sei Fùchur, il nostro Drago della Fortuna! Ti vedo già planare, con le capelle al vento, fra le nubi color dell’oro, sopra le Paludi della Tristezza, che onestamente più tristezza è difficile immaginarsi in questa nostra terra di mezzi furbi, di travestimenti, in questo carnevale infinito della politica italiota. E tu, nella tua saggezza di pelusc, sai bene che chiunque si arrende alla tristezza affogherà nella palude. Come ha succeduto nella favola al cavallo del giovane principe Atreyu e come oggi è capitato al buon Zingaretto, che s’è abbandonato alla tristezza e, affogato nella palude del PD, si è dimesso. Eh, sì, purtroppo, a furia di travestimenti qui in Italia, nessun partito sa più che pesci pigliare. Ma lasciamo perdere…
Comunque, caro Mario, soffice Drago delle nostre speranze, io sogno di fare un giro a cavalcioni sulle tue spalle sorvolando questa nostra terra di Fantàsia…
Ecco, proviamoci… adesso chiudo gli occhi… aspetta… tre, due, uno…Oh si ecco! Mario, non posso crederci, voliamo già! Voliamo, ma è un miracolo… Sei con me? Si, Mario, stiamo volando insieme! Vedi come svolazza la tua cravatta di seta! Oh mio Dio! Che brivido! No, no, gira dall’altra parte, così stai andando verso la Libia… della Libia è meglio non impicciarsi, lasciamo fare ai turchi! Che meraviglia, Mario, guarda il mare! Oh no, guarda, è pieno di canotti sgonfi e omini che galleggiano… Come dici? Troveremo la soluzione tecnica? Certo, Mario, tu sei il tecnico! Eppure tecnicamente quelli intanto annegano… Ma che hai messo il turbo? Certo è uno spettacolo da quassù! Oddio, Mario, guarda, è proprio vero, il Nulla si sta portando via la Sicilia, la Calabria e un pezzo della Campania! Guarda Musumeci e De Luca sui canotti e là Salvini che gli spara col fucile a piombini scambiandoli per migranti. Che macello! Dici che è meglio starsene alla larga dal Sud? Beh, onestamente Mario, senza il Sud che Fàntasia sarebbe la nostra Fantàsia? Guarda quello sciame di calabroni che viene fuori dalle fiamme dell’Etna! Come dici, quelle sono le investitore che stanno scommettendo sul Nulla che avanza? Capisco, il mercato è il mercato, anche se a rimetterci sono sempre gli stessi. E chi è quello lì che danza come un’assatanato il boogie woogie sulle ciminiere? Ah Giorgetti, capisco…Forza Mario, dobbiamo fare qualcosa per la nostra Fantàsia! Che sia una transitazione, una trans… transumanza… una transustanziazione ecologica, ecografica o ecosferica! Adesso, caro il mio Drago Fortuna, bisogna agire! E non bastano le formule matematiche o il Manuale del Piccolo Manager! Bisogna parlare con tutti gli esseri di Fantàsia: coi Sassafrani, gli Ombricoli, con gli alberi, i cespuglietti, i Trolli di corteccia, con le Voci del bosco e gli Erbiani di palude, parlare coi troppi dimenticati di questo regno. Fantàsia, ricorda, non sopravviverà senza la voce del più piccolo dei suoi esseri…
Come dici, sarà l’essere millenario a darci la risposta? Ah, sì Morla, il tartarugone che vive al centro delle Paludi della Tristezza, detto il Berlusca! Ma sei sicuro sia davvero il più saggio di Fantàsia? No, non ci credi nemmeno tu, dimmi la verità! Sai bene che a Morla di quello che succede in giro non è che gliene freghi granché, anche se dicono abbia una grande memoria. Il tartarugone sembra assopirsi fra un’era e l’altra, ma poi risorge dai muschi di Arcore. Eh sì, è la storia infinita dell’Italia, ma è un po’ noiosa, non credi? Boh, questo paese, caro Mario, è un mistero, è come l’Infanta Imperatrice, il mistero più impenetrabile del mondo: chi lo capisce ci crepa!
Guarda, Mario! Chi e quell’uomo a tre facce? Come dici? Il nostro piccolo Machiavelli? Ah, Renzi, ho capito! Cosa bollirà in quella pignata, lì sulle colline della Mala Genìa? Ma non si è accorto che il Nulla sta inghiottendo anche le sue truppe? Altro che Rinascimento! Vabbè, d’altronde lui ha cominciato da sfasciacarrozze, se non ricordo male… Oddio, Mario, il Nulla s’è già inghiottuto la Sanità Lombarda. Ma non era un esempio d’efficienza, con superlubrificazione a mazzette, garantita dagli amici degli amici? Dove hanno sbagliato? Va beh…
Oh, Mario, e cos’è là, a sinistra? A sinistra, Mario, dove il Nulla ha già quasi scolorato tutto! Eh? Ho capito lasciamo perdere la sinistra! È che, se non possiamo guardare a sinistra, onestamente Mario, che cacchio di Fantàsia ci resta!
Vai piano che mi vien da vomitare! Certo che da quassù la nostra Fantàsia, nonostante tutto è ancora bella! Ma dimmi Mario, lì fra le donnegatto e gli omini d’inchiostro simpatico, chi sono quei tre monelli a cavallo di tre lumache? Come dici? Va beh, saranno anche lumache da corsa, ma sempre lumache sono! Ah, ecco, ho capito, sono Di Maio, Vito Crimi e Di Battista.